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1. Lo Jugendstil
Dalla seconda metà dell'ottocento si apre in Europa un intenso dibattito culturale sui cambiamenti determinati nell'ambiente umano dall'enorme espansione del sistema di produzione industriale.
Il primo sostenitore delta necessità di una nuova visione progettuale è nell'Inghilterra vittoriana l'artista e teorico William Morris, che nel movimento Arts and Crafts (arti e mestieri) tenta la mediazione tra produzione industriale e artigianato. Per Morris, è possibile ottenere una migliore qualità della vita, degli ambienti e degli oggetti, attraverso un ritorno alle perdute capacità creative dell'artigianato, applicate però anche nelle serie industriali.
E' la nascita di un concetto di design moderno. Utilità progettuale e artistica dei manufatti applicata alla produzione di massa.
Solo verso la fine del secolo si sviluppa però un movimento visibilmente destinato a rivoluzionare per molti anni il gusto e la percezione del mondo costruito.
E' l'Art Nouveau ovvero quell'insieme di architetture, mobili, oggetti caratterizzati dall'uso di forme sinuose chiaramente riferite al mondo della natura, una tendenza d'avanguardia, presto fatta sua dalla borghesia colta, che vede in essa lo stile con cui operare un rinnovamento globale dell'ambiente, in nome dell'alleanza tra arte e industria.
Virctor Horta e Henry Van De Velde sono in Belgio gli iniziatori della tendenza; da Glasgow si muove Charles Rennie Mackintosh, partendo dall'edificio manifesto della locale School Of Art, a Vienna Otto Wagner e più decisamente Josef Hoffmann spezzano la tradizione culturale conservatrice con la splendente chiarezza dei loro progetti.
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1.1. Charles Rennie Mackintosh
In Scozia, dopo il 1890, nacque intorno a Charles Rennie Mackintosh (1868-1928) e al gruppo The Four, di cui oltre a Mackintosh facevano parte sua moglie Margaret MacDonald, la sorella di questa Frances e il cognato Herbert McNair, un vero e proprio mondo di geometria estetizzante. La piccola comunità si occupò in special modo di arredamento e di mobili, sebbene alcuni edifìci di Mackintosh, come la Glasgow School of Art, rappresentino tappe importanti nella storia dell'architettura (fig. 159).
Mackintosh partecipò nel 1900 a una mostra organizzata dalla Wiener Sezession, che era stata fondata nel 1897 e nella quale Josef Maria Olbrich (1867-1908) e Josef Hoffmann (1870-1955) furono le figure di maggior spicco. Fu dunque Mackintosh che favorì la nascita in Austria di uno stile geometrico, quasi cubico, che forse, tra tutte le manifestazioni dello Jugendstil, è il più vicino alle nostre odierne idee creative. Nel 1903 fu fondata la Wiener Werkstàtte che nel trentennio della propria esistenza fu in grado di fornire, e non solo in Austria, dei contributi fondamentali nel settore del mobile.
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2. Oltre lo Jugendstil: Antoni Gaudì e Frank Lloyd Wright
Solo pochi tra i precursori dell'architettura moderna poterono sottrarsi all'influsso dello Jugendstil; nell'opera di alcune forti personalità si possono trovare tuttavia forme spaziali e mobili nati da un universo di idee autonomo.
L'opera di Antoni Gaudi (1863-1926) affonda le proprie radici nel gotico catalano. Egli considerava come proprio compito principale quello di tradurre nel linguaggio dell'epoca moderna quei modi costruttivi dei propri predecessori che rispondevano alle sue idee.
I mobili scultorei di Gaudi riscuotono forse troppo poca attenzione, mentre si apprezza molto la forza della sua architettura e delle sue soluzioni spaziali. Le sue forme ricche, scaturite e cresciute organicamente dal materiale, come pure le strutture libere e fluttuanti della cappella Gùell o gli spazi che si risolvono liberamente l'uno nell'altro della casa Mila, sono il risultato di una felice unione tra la fantasia di Gaudi e la straordinaria versatilità degli artigiani catalani. Progetti come quelli dei sedili del parco Gùell si trasformarono in scultura e, con il ricco gioco formale e cromatico dei mosaici di maioliche smaltate, prefigurarono sviluppi futuri. Nei mobili di Gaudi si delineò per la prima volta un felice accordo plastico tra costruzione, struttura e materiale, analogo a quello che si riesce a realizzare ai nostri giorni con i nuovi materiali e i nuovi metodi di fabbricazione, ad esempio nel mobile in plastica.

Frank Lloyd Wright (1869-1959), per la sua vastissima attività di architetto, che già intorno al 1900 aveva raggiunto una notevole maturità artistica, e per i suoi numerosi scritti, fu uno dei più importanti pionieri dell'architettura moderna. Anche nel settore del mobile le sue riflessioni sulla funzione di forma e materiale, come pure il suo confrontarsi con le più importanti teorie artistiche e sociali della sua epoca, furono di importanza decisiva. Le idee di Wright, oltre a subire l'influsso delle forme geometriche essenziali dei giocattoli di Fròbel, traevano origine dalle impressioni che egli aveva ricevuto nella fattoria del nonno, impressioni che destarono in lui una decisa predilezione per la natura e la tendenza a un impiego ' naturale ' dei materiali. La sua attività nello studio del più grande architetto americano dell'epoca, Louis Sullivan, ebbe per la sua formazione un'importanza pari agli intensi rapporti che egli intrattenne con la cultura giapponese. All'Esposizione Universale di Chicago del 1893 il Giappone espose la copia di un tipico edificio giapponese, che fu adibita a ' museo ' per dipinti e xilografie; lo stesso Wright possedette una considerevole raccolta di tali opere. Nel 1905 Wright visitò per la prima volta il Giappone. La ' traduzione ' della pianta aperta giapponese nel paesaggio delle periferie delle città americane, congiuntamente all'attenzione per le case storicizzanti e rustiche - ad esempio quelle di Henry Hobson Richardson - e alla ripresa della tradizione inglese del camino come punto centrale della casa, condusse all'ideazione delle cosiddette " prairie houses ", che Wright progettò tra il 1900 e il 1910 e costituirono il suo primo, importante contributo nel campo dell'architettura moderna (fig. arredi).
Nel suo articolo Prairie Architecture, apparso nel 1931 nel volume Modern Architecture, Wright espose le sue idee sulla " prairie house ". Era convinto che fosse giusto " ridurre al minimo il numero degli elementi necessari della casa e dei singoli ambienti e connettere il tutto come uno spazio recintato, articolato in modo tale che luce, aria e vista potessero conferirgli un senso d'unità ". Tutte le proporzioni della casa dovevano essere " umane in modo libero ". Voleva " che i mobili - per quanto possibile - avessero un ruolo di architettura organica ", voleva " identificarli con l'edificio e progettarli in forme semplici, realizzabili con le macchine. Ancora una volta linee rette e forme ad angolo retto ".
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3. Dal de Stijl allo Stile Internazionale

3.1. I mobili de Stijl
Nel 1917 nella città olandese di Leida si formò un gruppo di pittori, architetti e scultori che prese il nome di ' de Stijl ' e si pose come obiettivo " un rinnovamento radicale dell'arte ". Il neoplasticismo, cui in pittura avevano dato vita Piet Mondrian e Theo van Doesburg, che era caratterizzato da un limpido ordine geometrico e da richiami al cubismo, fu trasferito ad altri settori dell'arte e dell'architettura. La cosiddetta " Neue Gestaltung " (nuova modellazione) divenne il concetto guida, la parola d'ordine di de Stijl.
Il punto di partenza per l'architettura de Stijl era costituito dal cubo. La delimitazione degli spazi mediante superfìci autonome, disposte tra loro ad angolo retto, non fu comunque concepita in maniera statica, bensì intesa come parte di un principio ampliabile all'infinito (fig. 207). Così, almeno da un punto di vista teorico, l'edifìcio era una parte dello spazio circostante. Muovendo dal modello di Mondrian si fece uso esclusivamente dei colori primari: rosso, blu e giallo; bianco, nero e grigio erano presi in considerazione solo come colori di contrasto. I pochi interni realizzati, come il caffè e il cinema Aubette di Strasburgo, progettati da Theo van Doesburg, o la casa Schròder di Utrecht (fig. 210), realizzata da Gerrit Thomas Rietveld, furono costruiti applicando in maniera coerente questi princìpi.
Questo metodo analitico portò a nuove possibilità costruttive e a una nuova pianta. La casa veniva su libera dal suolo e il tetto diveniva una terrazza, per così dire un piano ' all'aperto '. Allora questi problemi erano totalmente nuovi e nessuno se ne occupò con più serietà dei giovani architetti e pittori olandesi".
I mobili di Gerrit Thomas Rietveld (1888-1964) sono da un punto di vista tecnico costruzioni nuove, che non hanno quasi più nulla in comune con le realizzazioni della carpenteria tradizionale e vanno intesi, tanto nella struttura, quanto nella colorazione, nella loro funzione di ' manifesto '
Alla base dei mobili de Stijl c'erano considerazioni di tipo teorico-artistico; molti progetti avrebbero tuttavia consentito immediatamente una produzione meccanica. Parecchi dei mobili di Rietveld, nati negli anni successivi, furono prodotti in serie limitate, come ad esempio la 'Grate Furniture ' del 1934, mobili scomponibili, che lo stesso acquirente combinava insieme. La sedia ' Zig-zag ', la sedia di serie ideata da Rietveld, trovò numerosi imitatori e oggi viene nuovamente prodotta.
L'intensa attività teorica e giornalistica di Theo van Doesburg, che tenne numerose conferenze e organizzò molte mostre, influenzò, allo stesso modo che i pochi lavori realizzati, gli architetti della generazione bellica, particolarmente ricettivi nei confronti di considerazioni d'ordine teorico. In particolare i primi anni di attività del Bauhaus sono del tutto impensabili senza la " Neue Gestaltung " di de Stijl, senza Mondrian e van Doesburg, come pure l'attività del giovane Marcel Breuer non è pensabile senza i precedenti lavori di Rietveld. Mobili fortemente influenzati dalle idee de Stijl e con un notevole valore d'uso furono progettati da Rudolf M. Schindler (1887-1953), originario di Vienna, per le sue case californiane degli anni Trenta: arredamenti d'appartamento semplici, essenziali, economici, che avrebbero meritato maggior considerazione.
L'idea spaziale di de Stijl - lo spazio cubico, le cui pareti non avevano una funzione di separazione, bensì di articolazione - divenne il fondamento elementare della concezione dello spazio dello Stile Internazionale. Proprio in questo si manifesta la forza di una concezione e di un programma che sono rimasti validi fino ai nostri giorni, sebbene abbiano trovato solo poche applicazioni pratiche.
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3.2. Il Bauhaus: i mobili di Marcel Breuer e Mart Stam
Dalla Scuola di arte applicata del Granducato di Sassonia - che era stata fondata nel 1906 da Henry van de Velde e molto doveva alle idee di William Morris e John Ruskin e dall'Istituto superiore per le arti figurative del Granducato di Sassoni a, nacque nel 1919, sotto la guida di Walter Gropius, lo Staatliches Bauhaus Weimar, la scuola più importante degli anni Venti per lo sviluppo dell'architettura e del design.
L'artista-artigiano teorizzato da Gropius doveva possedere in egual misura esperienza nell'impiego dei materiali e conoscenze nel campo della teoria della modellazione, per essere così in grado di avere una visione complessiva dei problemi e dare agli oggetti una forma adeguata ai materiali. Il programma di studio del Bauhaus prevedeva due corsi paralleli: la Werklehre (insegnamento tecnico) e la Formlehre (insegnamento formale). Nel 1925 Gropius scriveva nei suoi Grudsàtze der Bauhausproduktion (Principi della produzione del Bauhaus): " II Bauhaus vuole contribuire allo sviluppo di un modo di abitare al passo con i tempi: i suoi interessi vanno dalla semplice suppellettile all'abitazione completa. Nella convinzione che casa e suppellettili debbano stare tra loro in un rapporto più significativo, il Bauhaus cerca, con un sistematico lavoro di ricerca, di trovare - nella teoria e nella prassi, in campo formale, tecnico ed economico - la ' forma ' di ogni oggetto a partire dalle sue funzioni e dalle sue determinazioni naturali [...] Una cosa è determinata dalla sua essenza. Per darle forma in modo che funzioni adeguatamente - sia essa una casa, una sedia, o un recipiente - deve prima studiarsi la sua essenza; essa deve infatti realizzare completamente il proprio scopo, vale a dire adempiere praticamente alle proprie funzioni ed essere durevole, economica e ' bella '. Questa ricerca sull'essenza conduce al risultato che, mediante un'attenta considerazione di tutti i metodi di produzione e di costruzione e dei materiali moderni, nascono , forme che, scostandosi dalla tradizione, producono spesso effetti inusitati e sorprendenti.
Marcel Breuer (nato nel 1902), che fin dagli inizi fornì un contributo decisivo all'evoluzione del mobile di questa scuola, giunse al Bauhaus come allievo verso la fine del 1920. In un primo momento i suoi progetti mostravano ancora chiaramente influssi derivati dall'Espressionismo, da de Stijl e dal Costruttivismo; i suoi interessi principali furono però ben presto indirizzati ai problemi della standardizzazione nel campo della costruzione del mobile e in seguito anche in quello dell'architettura. Già nel 1922 presentò una cucina modulare componibile, che fu per quei tempi una novità rivoluzionaria. Nel 1924 Breuer assunse la direzione della sezione del mobile, e con la costruzione del Bauhaus di Dessau (1925-26), dove la scuola fu trasferita per motivi politici, gli si offrì la prima grande possibilità di dare applicazione alle proprie conoscenze teoriche e pratiche.)
La sedia ' Wassily ' (fig. 229), la prima sedia in tubo d'acciaio costruita da Breuer nel 1925, è oggi di nuovo sul mercato. Era fabbricata con tubi Mannesmann nichelati e trafilati a freddo, i cui punti d'unione erano saldati. La sua prima bicicletta diede a Breuer l'idea di impiegare l'acciaio anche per la costruzione di mobili. Scrisse a questo proposito: " Allora mi era già balenata l'idea di sostituire la spessa imbottitura del sedile con un telo di tessuto teso. Inoltre volevo un'intelaiatura elastica e flessibile. In virtù dell'interazione tra il tessuto teso e gli elementi elastici dell'intelaiatura, questi mobili dovevano offrire un maggiore comfort senza peraltro risultare massicci. Cercai anche di raggiungere una certa trasparenza della forma e quindi una leggerezza tanto ottica quanto fisica. Nei miei studi sulla produzione in serie e sulla standardizzazione scoprii ben presto il metallo levigato, linee luminose e pure nello spazio come nuovi elementi costitutivi dei nostri arredamenti. In queste linee luminose e arcuate non vedevo soltanto simboli della tecnica moderna, ma la tecnica in generale. In ogni caso l'invenzione del mobile in tubo metallico non fu un contributo esclusivo di Breuer o del Bauhaus. La sua nascita era nell'aria - forse perché si cercava di sostituire l'acciaio al legno curvato delle sedie Thonet. Mart Stam e Mies van der Rohe, entrambi molto vicini al Bauhaus sebbene all'epoca non ne facessero parte, idearono molto presto mobili analoghi.
Mart Stam (nato nel 1899) nel 1926 prese parte a una conferenza preparatoria per l'Esposizione del Werkbund a Stoccarda. In questa occasione descrisse un prototipo di sedia in tubo metallico priva delle gambe posteriori - il primo mobile di questo genere che fu poi prodotto in serie con la denominazione ' S 34 '. Per evitare la rottura del materiale a causa delle sollecitazioni, i tubi metallici furono rinforzati con un secondo tubo inserito al loro interno. Alcuni mesi dopo, all'Esposizione del Werkbund, Mies van der Robe presentò la sua sedia ' MR ', una sedia in acciaio tubolare elastica e flessibile.
I mobili in acciaio tubolare rispondevano all'idea cardine del funzionalismo - secondo la quale la forma deve rispettare la funzione - e contemporaneamente alle esigenze della produzione in serie.
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3.3. Lo Stile Internazionale: Mies Van Der Rohe e Le Corbusier
Nell'architettura dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta un nuovo linguaggio formale raggiunse il suo apice e una sua forma d'espressione classica, un linguaggio già preannunciato dall'opera di Sullivan e di Loos e direttamente preparato dall'attività di de Stijl e del Bauhaus: lo Stile Internazionale.
I principi sociali, estetici e tecnici dello Stile Internazionale ebbero ovviamente validità anche per l'architettura d'interni. Da questo punto di vista le nuove concezioni spaziali e i prototipi di Walter Gropius, Marcel Breuer, Le Corbusier, Mies van der Rohe e Alvar Aalto ebbero per l'evoluzione del mobile un'importanza pari al ruolo che i loro edifìci svolsero per l'architettura moderna.
Già il primo progetto di mobile di Mies van der Rohe (1886-1969), la sedia ' MR ' in acciaio tubolare presentata nel 1926, si caratterizzava per una gracile eleganza e una forma chiara e compiuta. Nella realizzazione del padiglione tedesco
all'Esposizione universale di Barcelona del 1929, Mies ebbe la possibilità di presentare esemplarmente le proprie concezioni spaziali, senza dover obbedire a esigenze di tipo pratico. Ne nacque un capolavoro architettonico che, per quanto demolito alla conclusione della mostra, appartiene alle realizzazioni più importanti del XX secolo. Lo spazio era concepito, interamente nello spirito di de Stijl, in maniera fluida. La poltrona ' Barcelona ' (fig. 241), creata per l'esposizione, ha conquistato, insieme con i mobili ideati nel 1930 per la casa Tugendhat di Brùnn, fama mondiale. In queste realizzazioni chiarezza, armonia e perfezione nella scelta e nella lavorazione dei materiali si fondono in maniera ideale.
Le Corbusier (1887-1965) ha ideato solo pochi mobili. (figg. 250 - 251 - 252) Per le sue prime ville egli preferì, non da ultimo per motivi di ordine economico, la sedia Thonet B 9, talora la sedia anonima in vimini intrecciato, ma anche la semplice sedia da giardino in ferro. Alcuni lavori teorici del periodo intorno al 1922, i progetti per le cosiddette " immeubles-villas " - in cui i vantaggi della casa singola dovevano essere riprodotti in blocchi di edifìci con molti piani -, mostravano ampi ambienti, il cui mobilio era scelto in modo piuttosto casuale. I mobili abbozzati in questi progetti presentano un singolare miscuglio tra comodissime sedie e poltrone da un lato e armadi e cassettoni cubici dall'altro. Nel 1925 nel Pavillon de l'Esprit Nouveau, modello di una cellula abitativa delle " immeubles-villas ", fu realizzata una soluzione di questo tipo. L'arredamento era ridotto al minimo; gli armadi, come elementi modulari, facevano corpo con le pareti: l'uomo doveva vivere ' nello spazio ' e non ' tra i mobili '. Nella poltrona a sdraio progettata nel 1928 (figg. 250 - 251 - 252) che, come i mobili di Mies van der Rohe fu poi prodotta in serie nei tardi anni Cinquanta, Le Corbusier trovò una forma idealmente adeguata al corpo umano e perfettamente risolta sul piano formale.
Il contributo decisivo di Le Corbusier è rappresentato dalla sua nuova concezione spaziale che, muovendo dalle idee di Loos, in un primo tempo trovò realizzazione nelle sue grandi ville. Un esempio può esser fornito dalla Villa Savoye costruita nel 1929-1931 a Poissy (figg. 245 - 246) : l'edifìcio, di forma cubica, è sollevato dal suolo, spazi e ambienti sono collegati da rampe. Il giardino pensile collega la casa alla natura, ma il severo corpo di fabbrica bianco contrasta con il verde circostante. Anche in queste costruzioni i mobili rappresentano a volte corpi estranei, come qualcosa di inserito, appunto in maniera mobile, che appartiene all'uomo e non alla costruzione.
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4. L'evoluzione dello Stile Internazionale nel dopoguerra: Charles Eames, Eero Saarinen, Harry Bertoia, ...

Dopo la forzata chiusura del Bauhaus di Dessau nel 1932 e il suo breve intermezzo a Berlino, Walter Gropius, Marcel Breuer, Ludwig Mies van der Rohe ed altri ancora emigrarono negli Stati Uniti. I principali architetti dello Stile Internazionale trovarono in questo paese un nuovo contesto entro cui operare.
L'impulso più immediato venne comunque dal concorso « Organic Design in Home Furnishings », bandito già nel 1941 dal Museum of Modern Art su iniziativa del Bloomingdale Department Store di New York. I primi premi per mobili per sedere anda- rono al team di Charles Eames (nato nel 1907) ed Eero Saarinen (1910-1961). Le forme di sedie proposte dai due architetti — calici tridimensionali — con l'eliminazione dell'angolo retto conducevano dal mondo formale delle sedie curvate bidimensionali di Breuer e Aalto nella nuova sfera del ' mobile-scultura ', la cui tecnologia si fondava su acquisizioni recentissime. La maggior parte dei mobili costruiti dalla ditta Herman Miller, in collaborazione con Charles Eames, fino agli anni Sessanta possono essere ricollegati ai risultati di questo concorso (fig. 319).
In America lo sviluppo nel settore della costruzione di grattacieli destinati a uffici, dovuto alla diffusione delle idee di Mies van der Rohe, offrì a un'altra ditta; la Knoll Associates, l'occasione di integrare nella realtà dell'architettura americana il funzionalismo del Bauhaus. La perfezione tecnica dell'architettura esigeva una perfezione altrettanto assoluta nella costruzione dei mobili e nell'arredamento degli interni. Queste esigenze potevano essere soddisfatte solo dalla collaborazione, sempre più intensa, tra aziende di mobili al passo coi tempi e giovani designer.
Eero Saarinen cominciò già nel 1943 a lavorare come progettista (fig. 327) per Hans (1914-1955) e Florence Knoll (nata nel 1917) che erano essi stessi dei designer. Nel 1951 la Knoll fondò alcune succursali in Germania e in Francia, nel 1955 vennero inseriti nei programmi di produzione i mobili che Mies van der Rohe aveva ideato nell'anteguerra. Negli anni successivi la ditta potè avvalersi della collaborazione di prestigiosi designer: Harry Bertoia (nato nel 1915, fig. 324) e in seguito, dopo l'assorbimento della ditta italiana Gavina, Vico Magistretti, Tobia Scarpa e altri ancora.
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TESTI ED IMMAGINI TRATTI DA: Karl Mang, STORIA DEL MOBILE MODERNO, Editori Laterza, sesta edizione, 1998.